Se si dovesse fare una classifica dei rimedi naturali più di tendenza, gli estratti di aloe sarebbero sicuramente nei primissimi posti.
Da sempre, le popolazioni a contatto con questa pianta ne hanno sfruttato le accentuate capacità lassative, con il loro peculiare effetto ritardato (anche 8-10 ore dopo l’assunzione).
È tuttavia soprattutto come gel che l’aloe vera si è diffusa in Occidente: un gel esterno cicatrizzante e lenitivo, che si usa contro irritazioni cutanee, eritemi, dermatiti e scottature varie.
Grazie alla sua capacità di penetrare leggermente la cute, l’estratto di aloe è anche un blando anestetico locale.
Uno studio italiano del 2014 ha aggiunto un tassello a questo mosaico di proprietà, dimostrando che il gel di aloe vera ha anche un’attività antibatterica.
In particolare, aloe è stata testata contro Helicobacter pylori, il battere che si ritiene responsabile dell’insorgenza delle ulcere gastriche.
A volte infatti questo battere si è dimostrato resistente alla cura antibiotica: serviva dunque capire come contrastarlo meglio, aggiungendo altri trattamenti potenzialmente benefici. Ebbene, la risposta sembra proprio essere l’aloe vera.
Infatti, con test di laboratorio eseguiti in-vitro, l’equipe di studiosi italiani ha dimostrato che l’aloe combatte proprio il fenomeno della resistenza batterica, rendendo così più efficace la classica cura a base di antibiotici.
Quella italiana sembra dunque un importante conferma delle proprietà benefiche di aloe, e presenta un suo possibile utilizzo per problemi gastrici, quanto meno per quanto riguarda Helicobacter Phylori.
C’è comunque da notare come aloe abbia diversi effetti collaterali, e sia controindicata per numerose categorie.
Innanzitutto, è assolutamente da evitare per le donne durante il periodo mestruale, in stato di gravidanza o allattamento: si pensa infatti che le proprietà della pianta possano addirittura avere effetti abortivi. Inoltre, l’aloe è del tutto sconsigliata per chi ha affezioni renali o in casi di appendicite.
Per gli altri, la ricerca continua.
Fonti: