“Ginseng” è un nome comune che viene utilizzato per identificare un gruppo di piante accomunate dalle proprietà adattogene.
L’assunzione di queste piante riduce la sensazione di fatica fisica e aumenta in modo generico le performance cognitive ma senza effetto-rebound al termine dell’assunzione.
Tuttavia il solo termine Ginseng può risultare fuorviante. Esiste la specie cinese (Panax ginseng”), vietnatmita (panax vietnamensis), coreana (Panax pseudoginseng), giapponese (Panax japonicus), ma non si può dimenticarsi del ginseng siberiano (eleuterococcus senticosus), americano (panax quinquefolius), indiano (whitania somnifera), peruviano (Lepidium meynenii) brasiliano (Pfaffia paniculata) fino a quello dell’Alaska (echinopanax horridum).
Come si può notare dai nomi scientifici, la maggior parte di queste piante fa parte di generi e specie diverse. È lecito quindi aspettarsi anche proprietà, per quanto poco, diverse tra una pianta e l’altra.
Il Panax ginseng (il “classico” ginseng cinese) è una pianta erbacea perenne a crescita lenta appartenente alla famiglia delle Araliaceae. Il nome deriva dal cinese jen-cen, che letteralmente vuol dire “Corpo umano”. La radice carnosa del ginseng, dal caratteristico aspetto antropomorfo, sin dall’antichità ne ha fatto intuire i benefici per la salute complessiva dell’uomo.
Il ginseng cinese contiene dei principi attivi che, a seconda della loro struttura, possono aumentare la pressione ed essere stimolanti del sistema nervoso centrale, o rilassare e ridurre la pressione sanguinea.
È una pianta che ha bisogno di condizioni particolari per dare il massimo dei principi attivi: 5-7 anni di coltivazione tra i 2000 e i 2500 metri.
Una volta raccolte, le radici possono subire due diversi trattamenti: venire lavate, raschiate, sbiancate ed essiccate (ginseng bianco) o trattate a vapore per 2 ore e poi essiccate (ginseng rosso)
Tali differenze si traducono anche nell’utilizzo clinico dei preparati.
È solo in ginseng rosso, infatti, ha dimostrato miglioramento nella disfunzione erettile maschile. Questo è l’osservazione che gli studiosi coreani Kim e Jeon hanno pubblicato dopo aver trattato oltre 100 pazienti per 8 settimane con 1g al giorno di radice di ginseng rosso pura due volte al giorno
Anche una revisione sistematica della letteratura, ad opera di Lee e Jang, analizzando I risultati di 7 studi clinici ha dimostrato come l’effetto del ginseng rosso sia assolutamente significativo per il trattamento della disfunzione erettile maschile(benchè solo ulteriori studi possano dare la certezza in tal senso).
Da solo o in combinazione con il ginkgo il ginseng cinese si è dimostrato in grado di migliorare memoria, capacità di calcolo, attenzione e di rallentare il declino cognitivo nell’anziano.
La quantità di principi attivi suggerita per ottenere questi risultati è di circa 20mg di ginsenosidi al giorno, ma in molti casi bisogna prestare attenzione agli effetti collaterali.
Infatti, il ginseng, se sovradosato o preso in concomitanza con medicinali con cui interagisce, può dare diarrea, ipertensione, tachicardia, etc.
Se dobbiamo “tirare su” morale e fisico, stiamo però attenti a non “tirare” troppo ed incorrere in effetti collaterali.
Luca Guizzon
“Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci”, Fabio Firenzuoli