In queste giornate di bel sole, che ci fanno immaginare l’imminente primavera, un po' di energia e calore ulteriore ce la può donare il pensiero di una spiaggia assolata con acqua cristallina.
La spiaggia, nella fattispecie, dovrebbe essere di un lago salato con acqua alcalina e calda, perché è in queste condizioni che si sviluppa al meglio l’alga spirulina.
L'alga spirulina (Arthrospira platensis o Spirulina platensis) è una specie appartenente alla classe Cyanobacteria, conosciuta sin dall'antichità dai popoli della regione tropicale per le sue proprietà toniche.
La Spirulina era una primaria fonte di cibo per gli Aztechi e per le altre popolazioni dell'America Centrale fino al XVI secolo. Il raccolto dal lago di Texcoco e la successiva vendita sotto forma di torte era centrale nella vita della popolazione indigena.
Tale era l’importanza di questo raccolto, che se ne interessarono anche i conquistadores spagnoli al punto tale da dedicarne una dettagliata descrizione nei loro resoconti.
La spirulina è raccolta anche in Ciad, dove si preleva da piccoli laghi e stagni. Viene seccata in torte chiamate “dihé”, che vengono utilizzati per fare brodi per i pasti e anche venduti nei mercati.
L’effetto energizzante di quest’alga deriva dal suo elevato contenuto in proteine, oltre il 60% del peso, e dal complesso di vitamine e sali minerali.
Johnson e Davis ne hanno voluto studiare l’efficacia somministrando 3g al giorno di spirulina per 1 settimana e misurando la stanchezza dei volontari dopo l’attività fisica.
Il risultato è stato un piccolo ma significativo aumento nell’output post-esercizio, in termini di kilocalorie consumate in 30 minuti e riduzione dell’affaticamento post-sforzo.
Inoltre, un test di affaticamento mentale basato su calcoli matematici ha dimostrato un miglioramento della performance sia dopo 4 ore dalla prima supplementazione, che dopo 8 settimane.
Oltre ai dati oggettivi, raccolti dagli studiosi, interessante è il miglioramento soggettivo della percezione della fatica psichica e fisica da parte dei volontari.
Non sembra un caso, quindi, se la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea abbiano proposto la spirulina come uno degli alimenti primari da coltivare durante le missioni spaziali di lunga durata.
Luca Guizzon
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