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Fitoterapia

Si chiama Boswellia serrata ed è un albero tipico dell’India detto anche “pianta dell’incenso”.

Da sempre, la sua resina è utilizzata nella medicina popolare ayurvedica come un toccasana contro un’ampia gamma di malesseri: la sua attività anti-infiammatoria, anti-artritica e analgesica è stata del resto ampiamente dimostrata da studi di settore, trovando il riscontro necessario alle intuizioni dei vecchi medici indiani.

Negli ultimi anni, le ricerche si stanno concentrando sugli effetti della Boswellia sull’osteoartrite, la malattia che colpisce l’articolazione del ginocchio e che oltre ad essere molto comune, è anche progressiva, degenerativa, scheletrica, e infine cronica.

Si narra che uno dei più bizzarri precetti pitagorici fosse quello di astenersi dal mangiare fave.

Sembra infatti che lo stesso Pitagora, come tanti intorno a Crotone nel sesto secolo a.C., soffrisse di favismo: il disturbo che porta a crisi emolitiche per mancanza di glucosio, spesso scatenato dal consumo del comune legume. Dal maestro agli allievi: i più grandi matematici dell’antichità non mangiavano fave.

Ora, se anche voi come i pitagorici soffrite di favismo, gli estratti al mentolo non fanno per voi. In caso contrario, ci sono interessanti novità circa gli effetti della pianta verde.

Colon irritabile, gastrite, cefalea, ansietà, insonnia, tremori, vertigini e tachicardia: non si scopre oggi la vasta gamma di malanni a cui la Melissa officinalis, con i suoi estratti, può offrire sollievo.

Come terapia di accompagnamento o a volte addirittura come cura sostitutiva, la melissa è da sempre usata per la sua azione antispastica sulla muscolatura del tubo digerente e sedativa sul sistema nervoso centrale. Il merito va alle sue foglie, così ricche di polifenoli, da cui si estrae un olio essenziale al caratteristico profumo di limone.

Oltre ad essere un dono ideale per progenie divina, la mirra è stata largamente utilizzata nella storia dell’uomo, e in particolare nel Medio Oriente, dove l’omonimo albero ha sempre donato in abbondanza la sua aromatica resina.

Da profumo per ambienti a insetticida, da unguento per imbalsamazioni a digestivo: questi sono tutti utilizzi oramai dimenticati, e in certi casi non trovano nemmeno conferma dal punto di vista scientifico.

Quel che è certo, però, è che la mirra possiede alcune interessanti proprietà antiinfiammatorie, analgesiche e disinfettanti: oggi le si sfrutta solo per vie esterne, contro acne o abrasioni cutanee, gengiviti, tonsilliti e stomatiti, tra le altre cose.

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