Visto il periodo dell’anno e la comparsa delle prime caldarroste, non potevamo non iniziare il nostro viaggio attraverso i vari mieli autoctoni che con il castagno.
Il miele di castagno deriva dalla Castanea sativa, albero che può raggiungere i 30 metri di altezza, diffusa in tutto il Nord italia e sugli appennini.
Non è raro trovare dei veri e propri boschi di castagni: i “castagneti” che sono delle vere e proprie coltivazioni di alberi da frutto.
Se è molto conosciuto il periodo di maturazione dei frutti (le castagne), ovvero ottobre, forse è meno risaputo che il periodo nel quale le api raccolgono il polline dai fiori sbocciati di castagno per trasformarlo in miele è giugno.
Il risultato è un miele di colore scuro, o ambrato nella forma liquida, mentre invece se dovesse cristallizzare assumerà una tonalità più marrone.
Aroma e profumo del miele di castagno sono stimoli: aromatici e pungenti, legnoso e tannico. Non è un miele particolarmente dolce, ma i profumi e gli aromi sono molto persistenti.
Il miele di castagno può essere spesso misto al miele di tiglio (in questo caso si chiama “castiglio”) a causa della sovrapposizione delle fioriture. In questo caso è riconoscibile una nota mentolata, donata dal tiglio.
Il miele di castagno trova ottimi abbinamenti con formaggi stagionati, in particolare caprini o pecorini, così pure con latticini come la ricotta