Il Symphytum officinale è una pianta erbacea che nel passato veniva utilizzata per trattare fratture, artriti, acne e ulcere varicose e gastriche.
Il nome deriva da “Symphis” che significa “crescere” in greco antico e “phyton” pianta: richiamando quindi l’utilizzo per la crescita e formazione delle ossa.
Proprio questa è una delle indicazioni che trova nella pratica omeopatica, che è l’unica pratica Marcantonio e Neto hanno voluto dimostrare l’effetto del trattamento omeopatico a base di shymphytum officinalis 6CH in ratti con impianti di titanio.
L’obiettivo dello studio era valutare l’accrescimento osseo attorno all’area impiantata e verificare se vi fosse un miglioramento rispetto al placebo.
I ratti assorbivano gocce di symphytum una volta al giorno miscelate in acqua. Dopo i primi 7 giorni di trattamento, i ratti trattati con il rimedio hanno dimostrato un accrescimento doppio della matrice ossea attorno alle placche di titanio. Accrescimento che poi si è livellato al gruppo di controllo dopo 28 giorni di trattamento.
Benchè sia solo uno studio in vivo, gli autori sembrano confermare l’indicazione omeopatica del rimedio, in quanto in grado di velocizzare la formazione del callo osseo.
Attualmente, il symphytum (come fitoterapico) è studiato per il suo potere antiinfiammatorio.
Predel, ha voluto sottoporre ad un impegnativo test il gel di Symphtyum officinale, confrontandolo con una formulazione topica contente l’1% di diclofenac (come diclofenac dietilamina).
L’applicazione per 7 giorni (4 volte al giorno) in pazienti affetti da distorsione alla caviglia ha dimostrato sia una riduzione nel dolore, sia a riposo che in movimento, ed un miglioramento della mobilità in generale. Al termine del trattamento gli studiosi hanno concluso affermando la “non inferiorità” del gel di Symphytum rispetto al gel di diclofenac.
Se questi dati iniziali venissero confermati, potremmo affermare di aver trovato una pianta che aiuta sia dall’interno (callo osseo) che dall’esterno (infiammazione e gonfiore) per il trattamento delle fratture.
Luca Guizzon
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