Doderlein era un ginecolo tedesco che, nel 1892 scoprì nell’apparato genitale femminile alcuni batteri.
Tali batteri, ribattezzati in seguito “Flora del Doderlein”, fanno capo al genere lactobacillus e alle specie acidophilus, rhamnous e plantarum.
Il nome di questi batteri deriva dalla loro capacità di digerire il glicogeno producendo come sostanza di scarto l’acido lattico, sostanza che consente di portare il pH della zona vaginale tra il 4 ed il 4,5.
Il mantenimento del corretto valore di pH è cruciale in quanto rende la zona inadatta alla colonizzazione da parte di batteri o funghi patogeni od opportunisti (vaginiti e candidosi).
Ma non è solo regolando il pH che questi fermenti lattici proteggono l’apparato genitale femminile. Infatti, producono veri e propri antibiotici naturali: perossido di idrogeno, biosurfattanti e batterionicine, competono (e dominano) per i nutrienti e i recettori che permettono l’adesione alla mucosa e lo sviluppo di colonie.
Tutto questo può venire danneggiato dall’utilizzo di farmaci antibiotici, che eliminano sia i batteri patogeni che la flora batterica del doderlein, alterando lo stato fisiologico della mucosa intima.
Proprio per questo, negli ultimi anni si fa sempre più forte la richiesta di una terapia che abbia come scopo il mantenimento della corretta flora batteria, che da sola è in grado (come si è potuto vedere) di predisporre rimedi agli attacchi dei patogeni.
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