L’Urtica dioica deriva il suo nome dal particolare apparato riproduttivo: “dioche”, infatti sono le piante che esistono come “maschio” e “femmina” (altro esempio celebre è il ginkgo).
La sensazione urente che si percepisce strofinando le foglie di ortica sulla cute è dovuta alla rottura dei peli silicei che ne ricoprono la superficie e che contengono sostanze urticanti quali amine (istamina, serotonina, colia) e acidi (acido formico).
Da questa sua caratteristica, deriva il secondo nome botanico di questa pianta, Urtica "urens".
Sebbene generalmente fastidiosa, questi peli possono essere utilizzanti n campo terapeutico. Applicando ogni giorno per una settimana di una foglia di ortica su dita colpite da artrite, sembra si riesca a ridurre sensibilmente sia il dolore che la disabilità.
L’effetto antiinfiammatorio e antireumatico delle foglie si manifesta anche con l’assunzione per via orale. Contengono infatti sostanze in grado di ridurre la produzione di mediatori chimici pro-infiammatori.
Alcuni autori ne suggeriscono l’utilizzo anche nei pazienti con diabete di tipo 2 per ridurre il rischio cardiovascolare.
A sostegno della prevenzione cardiovascolare sono anche gli effetti diuretici delle foglie di ortica.
Infatti, gli autori sottolineano come oltre ad un aumentato flusso urinario, l’assunzione di estratti di foglie di ortica riesca a ridurre anche la pressione sistolica.
Altra droga parte della pianta utilizzabile sono le radici, che sembrano riescano a ridurre i sintomi dell’Ipertrofia Prostatica Benigna. Si sono fatte varie ipotesi per comprendere che componenti del fitocomplesso siano responsabili di questa attività.
L'aspetto più interessante, comunque è la, seppur debole, inibizione della 5-alpha reduttasi e dell’aromatasi prostatica, in quanto potrebbe ripristinare il normale rapporto estrogeni:androgeni che è alterato nei pazienti con IPB.
Anche la radice ha potere antiinfiammatorio: l’effetto antiedemigeno che ne deriva, riduce l’ostruzione cervico-prostatica e migliora in quadro funzionale.
Quest’ultimo meccanismo d’azione sembra in grado di spiegare la riduzione della nicturia nei pazienti che utilizzano ortica.
Nel caso dell’ortica le possibili interazioni con farmaci diuretici, ipoglicemizzanti, sedativi sistema nervoso centrale ed ipotensivi sono teoricamente possibili, anche se non dimostrate. Sicuramente, la mancanza di informazioni certe ne sconsiglia l’uso in gravidanza, allattamento e nel periodo pre-post operatorio.
Luca Guizzon
Fonti:
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