Il thè verde è sicuramente una delle bevande più bevute e conosciute al mondo. Tipico della cultura orientale, rientra anche tra i rimedi della farmacopea della medicina tradizionale cinese.
Tra i componenti più conosciuti: la teanina, la caffeina e i polifenoli tra cui l’epigallocatechingallato. A quest’ultima molecola sono attribuite le principali attività antiossidanti della pianta.
Droga della pianta sono ovviamente le foglie, che a seconda della lavorazione e della cultivar possono dar luogo ai diversi tipi di the (bianco, verde, nero, oolong), con contenuti di attivi differenti.
Trattando le foglie con il calore subito dopo la raccolta si ottiene il tè verde; essiccandole all'aria si ottiene il tè bianco; lasciando ossidare completamente le foglie si ottiene il tè nero; lasciandole parzialmente ossidare e poi trattandole con il calore si ottiene il tè oolong.
Nel passato, non era chiaro che fosse il processo a determinare il tipo di thè e per questo si attribuivano nomi diversi alla medesima pianta. Thea sinensis si credeva fosse la pianta che forniva il Thè nero, mentre Thea viridis invece sarebbe stata la pianta in grado di fornire il thè verde.
Il nome scientifico del genere “sinensis”, è un richiamo latino al luogo di origine della pianta: la Cina appunto. Il nome del genere “Camellia”, è la latinizzazione del reverendo Georg Joseph Kamel: un omaggio a questo gesuita missionario nelle Filippine e botanico.
In realtà, esistono davvero due diverse sottospecie di Camellia sinensis, ossia Camellia sinensis sinensis, detta anche China (che raggiunge i 5 metri di altezza), e Camellia sinensis assamica, detta Assam, capace di arrivare a 11 metri.
Per facilitarne la coltivazione, generalmente si mantiene sotto i 2 metri di altezza.
Soprattutto nella cultura orientale, si usano anche altre parti del the. In particolare, l’olio spremuto ai freddo dai semi è l’olio da cucina principale in alcune province meridionali.
L'olio di semi di tè assomiglia all'olio d'oliva e all'olio di vinaccioli d'uva per le sue eccellenti proprietà di conservazione e il ridotto contenuto di grassi saturi e di vitamina E. L'acido oleico monosaturo può comprendere fino all'88% degli acidi grassi.
La ricerca scientifica si è concentrata per valutare gli effetti degli estratti di foglie di te verde.
Tra i suoi effetti, alcuni sono legati al contenuto di caffeina: come il miglioramento dello stato di attenzione. Altri effetti sono parzialmente legati al contenuto di caffeina, come il rallentamento dell’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson (7.7 anni in più, contro i 3,2 del fumo di sigaretta e i 4.8 del consumo di caffè) assumendo almeno 3 tazze di the verde al giorno. Tale azione sembra dovuta anche al contenuto di teanina. Questo aminoacido non proteinogenico deve le sue proprieta neuroproettive all’analogia strutturale con il glutammato.
In pazienti affetti da Parkison, sembra in grado di migliorare le anomalie motorie, aumentare la disponibilità di dopamine e una riduzione della neurodegenerazione dovuta all’eccitotossicità del glutammato.
Altri campi in cui si è applicato il the verde sono il miglioramento degli stati depressivi, di epatiti non alcoliche, di patologie infiammatorie intestinali e dei disturbi di stomaco.
La maggior parte degli effetti collaterali e di interazioni riconosciute si possono ascrivere al contenuto di cafferina. Anche se non esclusivamente: è noto il caso di epatite da utilizzo di epigallocatechingallato isolato ed utilizzato ad elevate quantità.
L’utilizzo come chemiopreventivo o come terapia complementare a trattamenti chemioterapici è altrettanto studiato e confermato, pur con delle attenzioni per possibili interazioni con principi attivi.
Nella tradizione popolare, i filtri di the verde vengono applicati localmente per alleviare gli occhi stanchi o mal di testa; trova impiego anche contro il sanguinamento gengivale dopo la pulizia dentale. Alcuni atleti utilizzavano fare pediluvi al tè verde per prevenire il piede d’atleta.
Parlando di atleti e quindi di attività fisica, alcuni studi suggeriscono l’utilizzo del the verde per controllare il peso corporeo. In molti studi si evidenzia anche una regolazione positiva dei parametri lipidemici. Queste attività sembrano attribuibili all’epigallocatechingallato che, in studi su animali, è stato in grado di regolare l’espressione di geni chiave per l’adipogenesi la beta ossidazione, la lipolisi e la termogenesi.
Luca Guizzon
Fonti
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