Quello dell’utilizzo della Cannabis per scopi terapeutici è un problema di stampo etico-politico tipico della nostra contemporaneità. Fino a che punto una sostanza da sempre considerata un illegale stupefacente può venire riabilitata, in nome di nobili intenti terapeutici? Quanto vale la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti? E che risposte dare al dolore di una persona, magari condannata da una malattia in fase terminale?
Non è il caso di approfondire argomenti del genere, in questa sede. Quello che si può fare è accennare a qualche dato, raramente diffuso dall’ampia discussione sul tema. Di rado infatti viene specificato quali sono le malattie per cui la Cannabis può rivelarsi utile o addirittura essenziale; quasi mai di dà notizia delle effettive dosi consigliate per le diverse patologie, e nemmeno si ricorda quanto questa terapia diventi del tutto paragonabile a qualsiasi altra, una volta che il materiale grezzo viene lavorato.
Una cosa da sottolineare è che, nella maggior parte dei casi, gli studi e i trattamenti a base di cannabinoidi non sono portati avanti con comune Cannabis, ma sintetizzando in laboratorio dei derivati che simulano l’effetto del suo più importante principio attivo, ovvero il famoso THC (tetraidrocannabinolo).
Prendiamo allora come esempio qualche grave patologia, indicando i dosaggi ottimali che gli studi suggeriscono. A questo riguardo, bisogna ricordare non solo che si tratta appunto di preparati sintetici di THC, perlopiù da assumere per via orale con la classica pillola, ma anche che è stata riscontrata un’ampia variabilità individuale nella soglia di risposta, così come negli effetti collaterali. Questo per dire che l’effettivo dosaggio ottimale deve sempre essere valutato caso per caso, paziente per paziente, e quelle che seguono sono allora solo approssimazioni statistiche:
• Stimolazione dell'appetito in pazienti con AIDS: 2,5 mg di THC, 2 volte al giorno.
• Trattamento anti-nausea per chi è sotto chemioterapia: 5-10 mg di THC, 3-4 volte al giorno, cominciando circa 6 ore prima dell'inizio della chemioterapia.
• Trattamento della spasticità in pazienti con sclerosi multipla: da 2,5 mg di THC una volta al dì, fino a 5 mg di THC tre volte al giorno.
• Per la cosiddetta terapia del dolore le dosi variano considerevolmente, in base alla patologia di partenza: vanno infatti dai 5 ai 50 mg di THC al giorno.
Delle varie tipologie di Cannabis attualmente disponibili, quella più ricca in THC è il Bedrocan, che ne contiene oltre il 19% (mentre è praticamente assente il CBD).
RC
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