il potassio ioduro è un sale di iodio utilizzato per saturare il meccanismo di assorbimento di questo elemento da parte della tiroide. Viene per questo "di default" consegnato alle persone che vivono in prossimità di centrali nucleari. Infatti, in caso di incidente, il materiale radioattivo decade in questa progressione: U-235 (uranio) 4,5 miliardi di anni, per Pu-239 (plutonio) 24.000 anni, per Cs-137 (cesio) 30 anni, per Co-60 (cobalto) 5,7 anni, per Sr- 89 (stronzio) 51 giorni e infine per I-131 (iodio) 8 giorni.
L'assunzione di capsule di potassio ioduro serve ad evitare, se preso per la durata di 8 giorni, di assorbire l'ultimo elemento di questa catena, lo iodio. Lo iodio è anche la sostanza più leggera, quindi quella che potrebbe essere portata più distante dai fenomeni atmosferici. Purtroppo il potassio ioduro non ha effetto preventivo contro gli altri elementi radioattivi.
Un esempio di questo schema di predistribuzione delle compresse di iodio stabile (ioduro di potassio) è a Barrow-in-Furness (UK). Lo studio che ha valutato l'efficacia della pre-distrubuzione ha concluso che questa ha valore nelle aree in cui l'evacuazione verso un centro in cui sono disponibili compresse di iodio stabili o la distribuzione post-incidente alle famiglie ospitanti è difficile. Il valore di un tale schema deve essere calcolato a fronte di un prevedibile declino della sua efficacia. Nell'attuare tale schema va notato che questo calo di copertura può essere ridotto calcolando la frequenza con cui le confezioni di tablet vengono ridistribuite per tenere conto di questo fattore.
Tale azione può essere utile in caso di incidente nucleare per evitare che la tiroide assimili iodio radiattivo e quindi possa sviluppare malattie degenerative
La dose presente nei farmaci ospedalieri è di 130mg/die per via orale. Per sopprimere l'uptake di iodio radioattivo da parte della tiroide si può somministrare una dose singola di 30 mg di ioduro di potassio; la dose di mantenimento è di almeno 15 mg al giorno. Secondo valutazione medica infatti, uno studio giapponese del 2004 ha esaminato l'effetto dello iodio stabile sul blocco della tiroide in pazienti con ipertiroidismo. Lo scopo era di effettuare una valutazione preliminare della dose appropriata di profilassi di iodio in caso di emergenza da radiazioni in Giappone in cui il radioiodio viene rilasciato nell'ambiente. A otto pazienti sono state somministrate per via orale dosi singole di 50 mg o 100 mg di ioduro di potassio, che contenevano rispettivamente 38 mg e 76 mg di iodio. Entrambe le dosi hanno soppresso significativamente un assorbimento tiroideo di (123)I per 24 ore. Gli effetti protettivi a 24 ore erano rispettivamente del 73,3% e del 79,5%. Durante lo studio non sono stati osservati effetti collaterali. Il presente studio dimostra che una singola somministrazione orale di 38 mg di ioduro produce un effetto di blocco della tiroide equivalente a quello di 76 mg di ioduro, suggerendo che anche dosaggi inferiori possono proteggere da emergenze per radiazioni da iodio.
Nel caso se ne voglia far scorta a scopo preventivo, in assenza di integratori o farmaci in commercio a questo dosaggio, è necessaria la prescrizione da parte del medico.
Sarà poi compito del farmacista allestire le capsule secondo arte.
Effetti collaterali possono essere: vomito, diarrea, dolore addominale, eruzione cutanea e gonfiore delle ghiandole salivari[5]. Altri effetti collaterali includono reazioni allergiche, cefalea, gozzo e depressione.