L’atenololo è un inibitore dei recettori adrenergici che agisce in modo preferenziale sui recettori cardiaci. È un farmaco che nella pratica clinica, veterinaria e umana, viene utilizzato nei casi di ipertensione arteriosa, angina pectoris e aritmie.
Di solito l’effetto antiipertensivo si raggiunge dopo 7-15 giorni di terapia. Quando è richiesto si può potenziare la riduzione dei valori pressori associando l’atenololo ad altri farmaci antiipertensivi, in particolare diuretici (es. clortalidone).
Gli studiosi hanno voluto studiare l’efficacia del trattamento con atenololo in cani colpiti da stenosi della valvola aortica.
Si sono considerati 38 cani con grave sindrome di stenosi della valvola aortica. 10 “pazienti” sono stati sottoposto ad intervento di valvuloplastica, mentre i rimanenti sono stati assegnati alcuni alla valvuloplastica, altri al trattamento con atenololo e sono stati ri-esaminati annualmente fino al termine della loro vita.
Si è visto che la valvuloplastica e l’utilizzo di atenololo non hanno significativa differenza nella lunghezza di vita che assicurano ai cani (la media era 5 anni per entrambi).
Dopo somministrazione orale l’atenololo viene assorbito rapidamente ma solo al 50%. In seguito a somministrazione orale di 100 mg compare un picco di concentrazione plasmatica entro 2-3 ore. L’emivita plasmatica è di circa 6-8 ore.
Gli studiosi hanno quindi voluto verificare quale sia la migliore via di assorbimento dell’atenololo tra capsule, sospensione o pasta nei gatti. Tutte preparazioni che si possono preparare nel laboratorio galenico della farmacia, anche aromatizzate per facilitarne la somministrazione.
Khor e Campbell hanno reclutato 11 gatti sani cui venivano somministrati 2,5 mg/kg due volte al giorno di atenololo formulato o in pasta, o in capsule o in sospensione orale. Il trattamento è durato 7 giorni, quindi si è valutato l’elettrocardiogramma sotto sforzo dei “pazienti”. L’elettrocardiogramma era simile per tutte e tre le formulazioni. Anche gli altri parametri considerati si sono rivelati sovrapponibili gli uni agli altri sia per la pasta, che per la sospensione che per le capsule.
Questo studio ci consente di dire, quindi, che la somministrazione orale di atenololo può avvenire nella modalità che il nostro paziente gradisce di più (o che viene più facile alla “mamma” o al “papà”) senza che questo infici l’efficacia del trattamento.
Luca GuizzonTra le fonti: medicamenta.com
Foto: nonsolokawaii
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