La meditazione è una pratica che trova le sue radici in antiche medicine, come l’ayruvedica, da dove è pervenuta anche a noi come “Yoga”.
Se oggi viene considerate sopratutto una pratica per ridurre lo stress e l’ansia, nelle medicine orientali la meditazione può considerarsi una vera e propria pratica medica.
In occidente, la meditazione si è sviluppata anche come “Mindfullness”: benchè con delle differenze sulla modalità di esecuzione e sulla teoria di fondo, tutti I tipi di meditazione si concentrano sul riportare l’individuo sul “qui ed ora”, concentrandosi sulla respirazione, “sentendo” I segmenti del corpo, etc.
Che stare in riva al mare ad osservare l’alba sia rilassante, lo si può ben immaginare.
Ma gli esercizi di “rilassamento” hanno delle ripercussioni sullo stato di salute? (anche se non praticati all’alba in riva al mare, con il solo suono della risacca…)
Una prima risposta ci viene fornita dal gruppo di van Gordon e Dunn che ad inizio del 2017 hanno studiato l’efficacia della mindfulness per ridurre i sintomi della fibromialgia.
I pazienti hanno effettuato un “training” di meditazione per 8 settimane al termine delle quali, hanno registato un miglioramento significativo e sostenuto per la sintomatologia fibromialgica, sensazione del dolore, qualità del sonno e stress psicologico.
Molto interessante in questo studio è il tipo di mindfulness che si è applicato: la seconda generazione, incentrata sugli aspetti spirtuali della mindfulness e quindi più simili alla meditazione orientale. È apparsa inoltre cruciale la condizione di “stacco” (da sè, dagli altri e dagli ambienti) indotta dalla meditazione per migliorare la qualità del sonno e ridurre lo stress e soprattutto per ridurre il dolore ed I sintomi della fibromialgia.
A questo si aggiungano i risultati del gruppo Venturelli ed Esposito, che ha valutato il calo del rischio cardiovascolare (trombosi, infarti, ictus, etc) in pazienti ultra-settantenni che praticano attività fisica e/o esercizi di rilassamento.
Infatti, se l’attività fisica è ormai riconosciuta come fattore protettivo contro gli eventi cardiovascolari, le evidenze sugli esercizi di meditazione stanno rapidamente aumentando di numero.
Gli studiosi hanno voluto fare “la prova del nove” e verificare in un “testa a testa” l’efficacia della meditazione rispetto all’attività fisica per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Dopo 12 settimane di trattamento, I pazienti che praticavano attività fisica hanno visto ridursi I livelli di colesterolo, la pressione sanguinea, le rigidità articolari e la qualità della vita. La meditazione, ha visto un miglioramento della qualità della vita, ma una riduzione della sola pressione arteriosa.
Sembra che l’attività fisica abbia spiazzato gli esercizi di meditazione, ma gli autori suggeriscono che gli effetti della meditazione sono comunque un’attraente (e valida) alternative per gli anziani refrattari a svolgere attività fisica.
E se poi si facessero entrambe…
Luca Guizzon
Fonti:
Age (Dordr). 2015 Oct;37(5):101. Effects of endurance, circuit, and relaxing training on cardiovascular risk factors in hypertensive elderly patients.Venturelli M, Cè E, Limonta E, et al.Age (Dordr). 2015 Oct;37(5):101. Effects of endurance, circuit, and relaxing training on cardiovascular risk factors in hypertensive elderly patients.Venturelli M, Cè E, Limonta E, et al.
P.S. Siccome parlare di riduzione dell’ansia e dello stress a seguito degli esercizi di meditazione era troppo facile, rimandiamo questo articolo a quando la proveremo quest’estate, all’alba, sulla spiaggia, con il suono della risacca… già rilassati?!