Di arnica ne abbiamo sentito parlare in tutte le salse, dalla fitoterapia, all’omeopatia, alla medicina popolare. Sembra quindi incredibile che una pianta così nota ed utilizzata sia “relativamente” di recente scoperta.
Infatti, la prima testimonianza scritta dell’uso di arnica risale non ai tempi dei greci o dei romani (come per la maggior parte delle piante delle nostre latitudini), ma all’anno mille, grazie a Santa Ildebranda.
L’arnica, crescendo solo in montagna, era sconosciuta ai medici e agli studiosi dell’epoca ed era utilizzata solo dalla popolazione autoctona, essiccandone la radice ed utilizzandola come primitivo “tabacco da fiuto”.
La splendida corolla gialla è la parte utilizzata a fini terapeutici, ricca di carotenoidi (da cui il colore) e terpeni, ai quali è attribuita l’efficacia terapeutica dell’arnica come antiinfiammatorio.
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La Gazzetta Ufficiale n. 250 serie generale del 25 ottobre 2017, che fa seguito al decreto legge del Ministro della Salute del 22 settembre 2017, ha introdotto importanti cambiamenti per quanto riguarda la tariffazione delle preparazioni galeniche magistrali di laboratorio.
Siamo costretti ad allinearci a questa direttiva e cogliamo l'occasione per avvisare i nostri clienti che i prezzi abituali potrebbero subire delle variazioni.
in questo LINK il testo della legge, che è conservato per la consultazione al pubblico anche in farmacia.
L’ailanto, è una pianta che nelle nostre latitudini viene vista come infestante e che sta soppiantando in certe aree i boschi di acacia autoctoni.
Questo albero, originario delle Isole Molucche (oceano Indiano), può raggiungere anche altezze considerevoli nelle zone di origine, tanto da venire chiamato “Albero che arriva al Cielo” o “Albero del Paradiso”.
Importato per un tentativo di produzione ed allevamento di bachi da seta, viene ad oggi considerato o pianta ornamentale, ma per lo più, come si diceva all’inizio, pianta infestante.
SI pensi che la Svizzera è inserito nella “lista nera” delle piante esotiche invasive che possono ostacolare la conservazione ed il mantenimento della flora autoctona.
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La vitamina A è la vitamina di cui tradizionalmente si considera ricca fonte la carota. In realtà, con questo termine si raggruppano un insieme di sostanze, con struttura simile che hanno tutte la medesima funzione della molecola capostipite, ovvero il retinolo.
La vitamina A ha un ruolo importante per vista, soprattutto durante lo sviluppo embrionale, ma trova interessanti applicazioni anche a livello cutaneo.
Oltre alle “famose” carote, altre fonti alimentari ricche di vitamina A sono il fegato, il rosso dell’uovo dove si trova come tale, e burro e panna dove si trova esterificata con l’acido palmitico.
Nel 1943, il dottor Strumfjord intuì l’importanza della vitamina A non solo per il processo visivo, ma anche per trattare l’acne. Infatti i retinoidi riescono a normalizzare la proliferazione dei cheratinociti e la loro maturazione, limitando contestualmente la produzione di sebo e i processi infiammatori.
La tretionina, un appartenente alla “famiglia” della vitamina A, riduce la coesione delle cellule nello strato cheratosico della pelle, velocizzando il rinnovamento dell’epidermide. In aggiunta, stimola il ricambio delle cellule follicolari, favorendo l’auto-estrusione dei comedoni esistenti e limitando la formazione di nuovi “punti neri”.
Questi effetti si manifestano più o meno intensamente a seconda della durata del trattamento topico: in una prima fase si priviligeranno gli effetti sull’epidermide, per poi comparire gli effetti a livello del dotto pilosebaceo.
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