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Fitoterapia

Recentemente avevamo scritto di quanto le proprietà medicinali della Melissa officinalis fossero sotto la lente d’ingrandimento degli esperti.

Questi hanno cominciato a dimostrare quanto e su quali disturbi le proprietà di Melissa siano utili: finora si sono riscontrati effetti positivi soprattutto nel trattamento di disturbi gastrointestinali o di quelli legati all’ansia, ma, come detto, questi estratti si stanno addirittura candidando come terapia di accompagnamento contro il morbo dell’Alzheimer.

L’interesse per Melissa è dunque tale e articolato che, recentemente, sono uscite delle anticipazioni su un nuovo interessante studio, previsto in pubblicazione per il prossimo giugno. Questa volta, Melissa viene messa alla prova al cospetto dei tanto vituperati grassi nel sangue.

Se dicessimo che un caffè dopo i pasti aiuta a digerire meglio, buona parte dei lettori e una solida tradizione italiana appoggerebbero sicuramente l’assunto.

Se però alzassimo la posta, e dicessimo che addirittura può prevenire l’obesità e attenuare la resistenza insulinica, un po’ di scetticismo comincerebbe a serpeggiare.

Se poi aggiungessimo che sì, il caffè può avere quegli effetti benefici, ma solo se rigorosamente verde (ossia non tostato) e decaffeinato, allora il classico caffè dopo i pasti tornerebbe ad essere solo un rito giornaliero, caro agli italiani ma senza grosse ripercussioni sulla salute.

Lo studio sui benefici del caffè verde è partito su topo.

Non sono un segreto le proprietà dell’olio essenziale di pino mugo, una produzione che dalle valli alpine ha conquistato velocemente le nostre città.

Viene infatti largamente usato, e a buon ragione, per una serie di patologie dell’apparato respiratorio: dalle sinusiti alle bronchiti, fino all’asma. Ha infatti proprietà sedative della tosse, balsamiche e antiinfiammatorie. Come sempre accade coi prodotti naturali, le controindicazioni sono poi davvero scarse: molto rare sono state le irritazioni delle mucose della gola e le allergie.

Quello che però non ci si aspettava fino a qualche anno fa è l’efficacia degli estratti di pino su alcune specifiche problematiche sessuali, quali le vampate di calore tipiche della menopausa e la disfunzione erettile.

Sembra esserci un nuovo alleato contro i postumi da sbornia: si chiama Eleuterococco, meglio conosciuto come Ginseng siberiano, o “pianta dello sportivo”.

Finora infatti, è stato usato dagli atleti di tutto il mondo per aumentare la resistenza agli sforzi fisici. Oltre a ciò, sembra abbia qualche effetto immunostimolante, anche se non ci sono ancora prove definitive a riguardo.

Nessuno si aspettava però potesse essere valido per combattere i postumi da sbornia, anche perché tra i rari effetti collaterali sono stati registrati alcuni casi di cefalea, insonnia e irritabilità: tutte cose che solitamente insorgono anche dopo una grande bevuta. Sembra un cortocircuito curioso, ma un articolo pubblicato nel 2015 su Pharmazie ha prodotto i primi risultati sperimentali a riguardo, che sembrano confermare le potenzialità di eleuterococco contro i sintomi da post-sbornia.

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